fotografia
fotografìa s. f. [dal fr. photographie, che a sua volta è dall’ingl. photography, comp. di photo- «foto-2» e -graphy «-grafia»]. – 1. a. Procedimento che, mediante processi chimico-fisici, permette di ottenere, servendosi di un apposito apparecchio (macchina fotografica), l’immagine di persone, oggetti, strutture, situazioni: una lastra o una pellicola trasparente rivestite di un’emulsione sensibile alla luce (o ad altra radiazione attinica, per es. i raggi X) sono impressionate dalla luce riflessa dal soggetto attraverso l’obiettivo della macchina, e sono sviluppate ed eventualmente riprodotte su altro supporto di materiale fotosensibile per stampa a contatto o per ingrandimento in quante copie si vogliono, di identico o differente formato; si distinguono, sotto l’aspetto tecnico e del risultato, una f. in bianco e nero e una f. a colori, secondo che si riproduca il soggetto rendendo con sfumature più o meno intense di grigio le differenze di colore e di luminosità, oppure che lo si riproduca, grazie a una tecnica più complessa, con i suoi colori naturali. Con riferimento all’atto e al modo di riprendere, e alle successive fasi del processo: scattare, e più genericam. fare una f.; fare una f. istantanea, una f. a posa (più comunem. fare una posa), una f. contro luce; sviluppare, stampare, ingrandire una fotografia. Per la f. nell’infrarosso, v. infrarosso. b. F. digitale, quella in cui la pellicola è sostituita da una memoria magnetica. 2. L’immagine positiva ottenuta con tale procedimento, nonché la sua riproduzione, realizzata con tecniche tipografiche, elettroniche, ecc. su libri, giornali, riviste, ecc.: la f. della mamma, degli sposi, di una piazza, di un interno; basta che ci capiti in mano una nostra f. di quando avevamo sette o dieci anni per scioglierci di commozione (Michele Mari); una f. somigliante, una f. riuscita bene, male, una bella, una brutta f.; f. in formato cartolina, in formato tessera; pubblicare sul giornale la f. di un personaggio, le f. di un fatto di cronaca; regalare la propria f.; album di fotografie. 3. In senso più astratto (soltanto al sing.), la tecnica e l’arte di fotografare, di riprendere cioè con l’obiettivo figure statiche o mutevoli (persone, animali, piante, oggetti, paesaggi, opere d’arte, nel loro insieme o in particolari), fatti, avvenimenti, manifestazioni della realtà e della vita, non soltanto allo scopo di fissarne fedelmente l’immagine e il ricordo, come mezzo quindi di riproduzione e, insieme, d’informazione e comunicazione, ma cercando anche di cogliere, e talora sorprendere, nella loro immediatezza, gli aspetti più significativi e suggestivi della figura umana e della realtà in genere, interpretandoli e, spesso, trasfigurandoli: intendersi, dilettarsi di fotografia; la f. attraverso i tempi; mostra, rassegna della f. del secondo Ottocento. Più genericam., con riguardo all’oggetto, al carattere, o a particolari impieghi: f. dilettantistica, professionale; f. scientifica, industriale; f. documentaristica, naturalistica, paesaggistica; f. aerea, ripresa fotografica del terreno da bordo di un aeromobile, e la speciale tecnica con cui si esegue (v. anche aerofotografia); f. da satellite; f. al microscopio. 4. Nella realizzazione di un film, o di spettacoli televisivi, la parte (affidata al direttore della f.) che riguarda la cura delle inquadrature, l’illuminazione, gli effetti di luce e di movimento che sono atti a dare la massima espressività alla ripresa delle singole scene: film che ha un’ottima fotografia. 5. fig. Descrizione viva ed efficace di un avvenimento; immagine fedele, fisica o anche morale, di una persona: le tue lettere ... somigliano a te; sono tue fotografie (Svevo). ◆ Dim. fotografïétta.