fragilita
fragilità s. f. [dal lat. fragilĭtas -atis]. – 1. Qualità, condizione di ciò che è fragile, in senso proprio e fig.: la f. del vetro, del cristallo; f. di salute, f. di nervi; f. psichica (con riferimento agli stati emotivi); la f. della natura umana; la f. della gloria, delle nostre speranze. Sempre fig., con valore concr., atto commesso (o omesso) per volontà fragile, per debolezza: dimostrare comprensione per le f. altrui. 2. Con sign. specifici: a. Nel linguaggio medico, facilità a rompersi, o diminuita resistenza a traumi, di una struttura anatomica: f. ossea, dovuta in genere a deficiente calcificazione, come per es. nella osteogenesi imperfetta; f. vasale o capillare, dei capillari sanguigni. b. Nella tecnologia dei materiali da costruzione, proprietà caratteristica dei materiali che alle prove meccaniche statiche presentano un carico di elasticità molto prossimo a quello di rottura, con modesto allungamento percentuale, e dei materiali che alle prove dinamiche presentano scarsa resistenza all’urto, cioè bassa resilienza. c. In metallurgia: f. al bianco, f. al rosso, quella che alcuni metalli presentano rispettivamente a temperatura intorno ai 1200 e 1000 °C; f. al rinvenimento, quella che alcuni acciai legati acquistano con una bassa velocità di raffreddamento dopo il rinvenimento; f. per invecchiamento (o al blu), la diminuzione della resilienza di un acciaio nel tempo, dopo essere stato sottoposto a deformazione permanente a freddo. F. da idrogeno, nei trattamenti superficiali di superfici metalliche, il complesso dei fenomeni di infragilimento che può verificarsi, per es., allorché nel corso dell’elettrodeposizione catodica di rivestimenti galvanici si provoca sviluppo di idrogeno sulla superficie metallica stessa, o quando il metallo permane ad alta temperatura in atmosfera contenente idrogeno.