freegan
s. m. Chi pratica un vegetalismo senza spese, basato sul rifiuto del consumismo e degli schemi del commercio e sul recupero degli alimenti indispensabili tra i rifiuti della società opulenta. ◆ I freegans sono un gruppo nato a New York nel 2002 i cui adepti, come tutti i vegani, si oppongono a ogni forma di sfruttamento degli animali. Non solo: dato che rifiutano in blocco la società consumistica, i freegans non comprano nulla. Mai. Il cibo lo ottengono grazie a una serie di pratiche consolidate, tra cui il dumpster diving: il recupero, dalla spazzatura di ristoranti e catene alimentari, degli scarti degli «integrati». (Alessandro Giberti, Sole 24 Ore, 10 novembre 2007, p. 9, Mondo) • Nel mondo dell’arte dello scrocco, in fondo, c’è solo un grande buco. Quello del cibo. Qualcuno però ha risolto anche questo problema. Sono i Freegan americani, un gruppo anarcoide che combatte contro gli sprechi del mondo. La loro ricetta è semplice: frugano nelle pattumiere delle grandi città, vicino ad alberghi e ristoranti soprattutto. Sarà poco dignitoso, ma è politicamente molto corretto. E tra i sacchetti e gli scarti trovano tonnellate di cibo in ottime condizioni. E, alla fine, non c’è nessuno a presentare il conto. (Ettore Livini, Repubblica, 29 gennaio 2008, p. 29, R2).
Dall’ingl. freegan, a sua volta composto dall’agg. free (‘senza spese’) e dal s. vegan (‘vegano, vegetaliano’).