friggere
frìggere v. tr. e intr. [lat. frīgĕre] (io friggo, tu friggi, ecc.; pass. rem. frissi, friggésti, ecc.; part. pass. fritto). – 1. tr. Cuocere in olio, nel burro o in grasso bollente: f. il pesce, la carne, le patate, ecc.; f. in padella, nel tegamino. Per eufem.: mandare qualcuno a farsi f., mandarlo al diavolo, alla malora; andare a farsi f., andare alla malora, andare in rovina, spec. come imprecazione contro chi dà fastidio: andate a farvi f. voi e le vostre chiacchiere!; anche di cosa che finisce male o ha cattivo esito: si è impegnato in speculazioni sbagliate e i suoi capitali sono andati a farsi f.; tutti i suoi bei progetti sono andati a farsi friggere. 2. intr. (aus. avere) a. Bollire, detto dell’olio o di altri grassi, con quel rumore caratteristico che producono le bollicine scoppiando: l’olio comincia a friggere. Per estens., stridere, come fa il metallo rovente quand’è immerso in un liquido; anche di legna verde che crepita e cigola nel bruciare. b. fig. Rodersi internamente per ira repressa: non gli dissi nulla ma friggevo dentro di me; attendere con ansia, fremere: friggere dall’impazienza. ◆ Part. pass. fritto, anche come agg. e s. m. (v. la voce).