frizzare
friżżare v. intr. [lat. *frictiare, der. di frictus, part. pass. di frigĕre «friggere» e anche di fricare «fregare»] (aus. avere). – 1. a. Dare la sensazione più o meno dolorosa di molte e sottili punture, come fanno, per es., l’aceto o altre sostanze acri sulla carne viva: il dito, la ferita mi frizza; senti come frizza quest’aria di montagna!; anche fig.: quelle parole frizzavano sull’animo della poveretta, come lo scorrere d’una mano ruvida sur una ferita (Manzoni). b. estens. Produrre una sensazione di vellichìo al palato, riferito al vino, ad acque minerali o gassate e sim., per il sapore acidulo e pungente, dovuto all’emissione di bollicine di anidride carbonica. 2. fig., non com. Dire un frizzo, una frase arguta o pungente: frizzando, motteggiando e sfogando su di lui tutta la stizza che aveva in corpo (F. De Sanctis). 3. Stridere, friggere, detto del ferro rovente quando viene immerso nell’acqua. ◆ Part. pres. friżżante, anche come agg. (v. la voce).