frontiera
frontièra s. f. [dal provenz. ant. frontiera, fr. ant. frontiere, der. del lat. frons frontis «fronte»]. – 1. a. Linea di confine (o anche, spesso, zona di confine, concepita come una stretta striscia di territorio che sta a ridosso del confine), soprattutto in quanto ufficialmente delimitata e riconosciuta, e dotata, in più casi, di opportuni sistemi difensivi: la difesa delle f. della nazione; fare la guardia alla f.; i paesi di f., o situati lungo la f., presso la f.; passare, varcare la f.; un incidente di frontiera. b. Nella storiografia americana, il termine (ingl. frontier) aveva assunto, già nel sec. 17°, un sign. diverso da quello inglese originario, per indicare non più il confine come linea di demarcazione, ma una regione scarsamente e recentemente colonizzata (con partic. riferimento ai territorî del West), a diretto contatto con le terre non ancora colonizzate, punto di partenza quindi per l’espansione colonizzatrice; presso gli storici, la locuz. spirito di frontiera è stata adottata con sign. anche più ampio, per simboleggiare il ritmo espansivo della storia europea e mondiale nell’età moderna. Nuova f., espressione usata da J. F. Kennedy nel discorso di accettazione della candidatura presidenziale del partito democratico, pronunciato a Los Angeles il 15 luglio 1960, in cui, parlando del programma che intendeva realizzare in caso di sua elezione, indicò una «nuova frontiera, la frontiera degli anni sessanta, delle occasioni e dei pericoli sconosciuti, delle speranze irrealizzate e delle minacce non messe in atto», intendendo con questo incitare i suoi concittadini ad affrontare le dure prove dell’avvenire con lo stesso coraggio e spirito di sacrificio con cui i pionieri, un secolo prima, si erano lanciati verso l’estrema «frontiera» del West. c. fig. Linea che separa nettamente ambienti o situazioni o concezioni differenti, e che in alcuni casi è intesa come confine fisso, invalicabile, in altri come confine che può essere spostato e modificato, soprattutto in senso progressivo (con questi usi, il termine, adoperato per lo più al plur., sostituisce, per suggestione del fr. frontière, altri termini più tradizionali, come confine o limite): le f. della scienza, i suoi limiti, o i limiti da essa finora raggiunti (e scienza di frontiera, le concezioni scientifiche più avanzate e capaci di ulteriore evoluzione); le nuove f. della biologia; con sign. più generico: far avanzare le f. del sapere umano; amore, ideali che non conoscono frontiere. 2. Con accezioni specifiche: a. Nelle opere di difesa fluviale, arginatura di frontiera, quella che fronteggia il corso di un fiume, così detta per distinguerla dalle arginature di rigurgito che fronteggiano il corso degli affluenti per un certo tratto verso monte. b. In elettrotecnica, frequenza frontiera, la frequenza che in un filtro elettrico separa una zona non attenuata da una attenuata. c. In matematica, si chiama punto di frontiera di un insieme I un punto nell’intorno del quale cadono sia punti dell’insieme sia punti non appartenenti all’insieme, e frontiera, o contorno, di I l’insieme dei suoi punti di frontiera (per es., la frontiera di un cerchio è la sua circonferenza).