fulminare
v. intr. e tr. [dal lat. fulminare, der. di fulmen -mĭnis «fulmine»] (io fùlmino, ecc.). – 1. intr. a. impers. (aus. essere o avere) Cadere fulmini: Dio, come fulmina!; ha tuonato e fulminato tutta la notte. Raro con uso personale, far scoppiare fulmini: nel numero delle cose che furono prima da avvertirsi in natura, innanzi di tutte fu il Cielo, che fulminò (Vico). b. fig. Fare qualche cosa con la rapidità e l’impeto di un fulmine: S’avean le lance fatte dar con fretta E venian fulminando alla vendetta (Ariosto). 2. tr. a. Colpire, abbattere col fulmine: Giove fulminò Capaneo; come giuramento o imprecazione: che Dio mi fulmini se non è vero; che Dio ti fulmini!; per estens., uccidere, riferito a una scarica elettrica: la fortissima scarica di corrente l’aveva fulminato. In usi fig., battere, colpire con armi da fuoco: l’artiglieria nemica fulminava di granate il campo di battaglia; colpire improvvisamente e con la rapidità del fulmine: f. qualcuno con uno sguardo, con un’occhiata, per farlo tacere o desistere da ciò che sta facendo o che ha intenzione di fare; di pene ecclesiastiche in genere: il Papa fulminò di scomunica il ribelle (o fulminò il ribelle con la scomunica). b. Scagliare fulmini e, fig., altre cose: i fabbri di Giove fabbricano le folgori le quali Giove fulmina (Boccaccio); costringer Dio a fulminar que’ castighi ch’ei ninacciava (Segneri); f. un’accusa, una sentenza, una scomunica contro qualcuno. 3. Come intr. pron., fulminarsi, di lampadina elettrica in cui si bruci e s’interrompa il filamento e che cessi perciò d’illuminare. ◆ Part. pres. fulminante, anche come agg. e s. m. (v. la voce). ◆ Part. pass. fulminato, per lo più con uso verbale, abbattuto dal fulmine, e, per estens., ucciso in seguito a una scarica elettrica non meteorologica, a un colpo d’arma da fuoco, o a improvviso malore: due persone rimasero fulminate durante il temporale; è morto fulminato dall’alta tensione; cadde fulminato da un colpo di pistola; morì sul colpo, fulminato da un infarto; fig., allibito, annientato improvvisamente: fulminato da quella notizia così impensata (Manzoni); e con uso di agg.: a quella rivelazione, rimase come fulminato.