fumetto
fumétto s. m. [der. di fumo]. – 1. Liquore d’anice, piuttosto forte, adoperato per correggere acqua o caffè, e che ha anche l’effetto di rendere l’acqua opalescente (di qui il nome). 2. Termine (equivalente all’ingl. balloon) con cui si designa la nuvoletta, dai contorni generalmente frastagliati o arrotondati, contenente frasi o battute di dialogo attribuite (per lo più facendole uscire come fumo dalla loro bocca) a ciascuno dei personaggi raffigurati in disegni singoli o in sequenze di disegni. Il termine è stato anche usato, soprattutto al plur., per indicare i disegni stessi e le loro sequenze, cui sono dedicate spesso intere pubblicazioni periodiche (giornali, giornalini, romanzi a fumetti). Ellitticamente, al plur.: divertirsi a leggere, a guardare i f. (cioè le sequenze dei disegni o i giornali e giornalini a fumetti); o al sing., spec. per indicare il genere e le sue applicazioni: la moda del f.; gli appassionati del f.; il f. erotico; il f. pubblicitario; il f. educativo. In tono spreg., il termine è frequente, in similitudini o come elemento di confronto, per riferirsi a opera narrativa, teatrale, cinematografica, televisiva, che presenti i caratteri proprî e deteriori dei romanzi a fumetti: questo film è un vero e proprio f.; più che un romanzo, è un fumetto. ◆ Accr. fumettóne, nell’accezione spreg. della parola, riferito cioè a opera narrativa, a vicenda teatrale o cinematografica che ripeta gli schemi tipici del racconto a fumetti, mirando a ottenere un successo meramente commerciale col suscitare effetti di facile commozione presso un pubblico relativamente incolto e acritico.