fuorviare
fuorvïare (o forvïare) v. intr. e tr. [der. di fuori via, nel sign. di «lontano dalla (giusta) via»] (io fuorvìo o forvìo, ecc.). – 1. intr. (aus. avere) Uscire di strada: d’uno in altro luogo forviando e smarrendosi (D. Bartoli); più spesso fig., allontanarsi dalla via retta, in senso morale: ha cominciato a fuorviare. Anche rifl., con valore intr.: s’accorse a un tratto d’essersi fuorviato e cercò di ritrovare i compagni. 2. tr. Allontanare dalla via giusta, in senso proprio e fig.: le tue indicazioni sbagliate m’hanno fuorviato; f. le indagini; s’è lasciato f. dai cattivi compagni. ◆ Part. pres. f(u)orvïante, anche come agg., che svia, che induce in errore o comunque allontana dal vero o dalla linea logica: ragionamenti, induzioni, notizie fuorvianti. ◆ Part. pass. f(u)orvïato, anche come agg., uscito dalla via giusta, e fig. vòlto al male, alla perversione.