furore
furóre s. m. [dal lat. furor -oris, der. di furĕre «infuriare»]. – 1. a. Stato di grande eccitazione e turbamento mentale, provocato da ira o da altra passione violenta: nel f. dell’ira, dello sdegno, della vendetta; montare, venire, salire in f.; un accesso di f.; un cieco f. s’impadronì di lui; contenere il f. della folla; ucciso a furor di popolo. b. Violenza rabbiosa, impeto, veemenza: assalire, combattere con f.; gettarsi con f. nella mischia; nel f. della battaglia. Anche con riferimento ad animali o cose: il f. dei cani, d’un toro; il f. della tempesta, delle fiamme. c. Stato di esaltazione, di concitazione dello spirito: f. bacchico; f. profetico; f. poetico (oggi solo scherz.), la forza irresistibile dell’ispirazione poetica. 2. fig. a. Brama ardente, smania, frenesia: essere spinto dal f. delle ricchezze, dei guadagni; ove dorme il furor d’inclite geste (Foscolo); f. uterino, nel linguaggio com., lo stesso, ma oggi più raro, che ninfomania. b. Far furore (o furori), destare grande entusiasmo: spettacolo, ballo, libro che fa f.; una donna che ai suoi tempi ha fatto furore.