fusibile
fuṡìbile agg. e s. m. [der. di fuso, part. pass. di fondere]. – 1. agg. a. Che si può fondere o che si fonde facilmente: metallo f., lega f. (più specificamente, in metallurgia e in fonderia, di metallo o lega che sono «industrialmente» fusibili, cioè praticamente adatti per ottenere «getti sani»: v. fusibilità). b. In elettricità, filo f. o valvola f. (e più spesso assol. fusibile s. m.), tipo di limitatore di corrente, costituito da un conduttore d’argento o di lega di piombo, sostenuto da due serrafili o contenuto in un adatto supporto isolante (onde permetterne con facilità la sostituzione), il quale, inserito in un circuito, fonde (per effetto Joule) in caso di eccesso di corrente, interrompendo così il circuito. 2. s. m. Nelle caldaie di locomotiva e di tipo analogo, tappo di lega metallica che chiude un foro praticato sul cielo del forno e che fonde, facendo cadere la pressione, nel caso in cui il livello dell’acqua si abbassi e il cielo del forno rimanga scoperto.