g, G
(gi, ant. o region. ge ‹ǧé›) s. f. o m. – Settima lettera dell’alfabeto latino, derivata, come la lettera C, dal Γ (gamma) greco. In origine, il segno C rappresentava la consonante occlusiva velare sonora ‹ġ› come in greco il Γ, ma nello stesso tempo anche la sua correlativa sorda ‹k›; quando poi si vollero distinguere graficamente i due suoni, per quello sonoro s’introdusse una C lievemente modificata, che fu appunto la G. La differenziazione tra C e G si accentuò poi nelle minuscole, che oggi quanto alla forma non hanno più nulla in comune. Più complessa è la storia del valore fonetico della g, come pure della c. Il latino classico possedeva soltanto l’occlusiva velare ‹ġ›, la cosiddetta g dura; ma davanti alle vocali palatali (e e i) l’originaria pronuncia occlusiva (es. gener ‹ġèner›) passò a poco a poco, in età tarda, a una pronuncia di affricata palatale, che nei diversi idiomi romanzi s’è sviluppata in suoni tra loro diversi (es. ǧ nell’it. genero ‹ǧènero›, ˇ∫ nel fr. gendre ‹ˇ∫ãdr›, i̯ nello spagn. yerno ‹i̯èrno›, ecc.), ma distinti a ogni modo, anche come fonemi, dal fonema velare conservatosi intatto davanti alle vocali velari e davanti a consonante. Poiché l’ortografia è rimasta in questo particolare ancorata all’aspetto grafico delle forme latine, nella grafia dell’italiano (come delle altre lingue romanze) la lettera g ha due valori. Quello originario, o g dura, è rappresentato dalla semplice g davanti ad a, o, u e a consonante (gallo, mago, ragù; pigro, magma), oltre che nei rarissimi casi di finale di parola (zig-zag), da gh davanti alle vocali e, i (rughe, ghiro); questo fonema ha in ogni posizione un’unica articolazione, che si definisce come un’occlusiva velare sonora ‹ġ›, cioè come una consonante la cui articolazione richiede una momentanea occlusione del canale orale all’altezza del velo palatino (come quella della c dura) ed è accompagnata da una vibrazione delle corde vocali (che manca invece alla c dura). La g dura, come la maggior parte delle consonanti, può avere in mezzo a due vocali, o tra vocale e liquida, due pronunce diverse con valore distintivo, può essere cioè di grado tenue (scritta scempia, es. in fugo, regredire) o di grado rafforzato (scritta doppia, es. in fuggo, aggredire); in ogni altra posizione è possibile solo una g di grado medio (es. in fungo, trasgredire). L’altro valore della lettera, la g dolce, è rappresentato nella scrittura dalla semplice g davanti a e, i (gelo, vagito), dal digramma gi davanti alle altre vocali (già, giorno, giulivo); è un’affricata palatoalveolare sonora ‹ǧ›, la cui correlativa sorda è la c dolce: consiste di un suono occlusivo (intermedio tra d e d’) e di un suono spirante (ˇ∫), che hanno lo stesso punto d’articolazione e si seguono con tale immediatezza da esser percepiti come uno solo. Anche la g dolce, per la quale vi sono notevoli varietà di pronuncia da regione a regione, ha, oltre al grado tenue e medio (adagio, angelo), il grado rafforzato, scritto doppio (per es., reggia). La lettera g ha inoltre, nell’ortografia italiana, un valore particolare come componente dei nessi gl e gn. Il primo rappresenta, solo davanti a i, anche seguito da altre vocali (nel qual caso i è meramente grafico), il suono della laterale palatale l’: es. figli, figlia, figlio, figlie; si fa eccezione per un certo numero di voci dotte in cui conserva il valore di ġl anche davanti a i: es. glicerina, negligente. Il secondo rappresenta costantemente il suono della nasale palatale n’: es. regnare, Agnese, bagni, stagno, ignudo. Da notare infine che il nesso sg rappresenta sempre s+g, sia davanti ad a, h, l, o, r, u (dove la g è dura), sia davanti a e e i (dove la g è dolce), differenziandosi, quanto al secondo punto, dal nesso sc che in tale posizione conta come digramma. Usi più comuni della lettera come abbreviazione e simbolo: nella forma minuscola puntata, è abbrev. di giorno (e si raddoppia, gg., per il plur. giorni); senza punto, g è simbolo del grammo (e cg = centigrammo, dg = decigrammo, ecc.; inoltre, gm = grammo massa, gp = grammo peso); in meccanica, g è simbolo dell’accelerazione di gravità. Nella forma maiuscola puntata, G. è abbrev. di nomi proprî di persona che cominciano con questa consonante (Gabriele, Ginevra, ecc.); in elettrologia, G indica la conduttanza, in algebra un gruppo, in geometria e meccanica il baricentro di una figura, di un corpo o di un sistema; in metrologia, è simbolo del prefisso giga-. In medicina, penicillina G (o benzilpenicillina), il principale dei quattro tipi di penicillina ottenuti da colture del fungo ascomicete Penicillium notatum (gli altri tre sono denominati F, X, K): è la forma più attiva di penicillina naturale. In musica, G è il nome, derivato dall’antica notazione alfabetica, della nota sol nei paesi germanici e anglosassoni. La sigla G8 (ǧi-òtto), come s. m., indica l’incontro annuale, dal 1994, dei ministri degli esteri e dei capi di governo degli otto paesi
più industrializzati del mondo (tra cui l’Italia). Nel codice alfabetico internazionale, la lettera g viene convenzionalmente identificata dalla parola golf.