gallina
s. f. [lat. gallīna, der. di gallus «gallo3»]. – 1. a. La femmina del gallo (e per estens. anche di altri gallinacei), spec. nell’età in cui fa le uova (la gallina più giovane si chiama pollastra); si distingue dal gallo per numerosi caratteri sessuali secondarî: piumaggio meno vivacemente colorato, timoniere brevi, cresta floscia, mancanza di speroni. b. Locuzioni fam. e modi prov.: cervello di g., con riferimento a persona di scarsa intelligenza o di poco giudizio; latte di g., specie di zabaione composto di uova, zucchero e latte frullati insieme (con altro sign. fig., cibo squisito e impossibile a trovarsi); raspatura di g., scrittura mal fatta o inintelligibile; nello stesso sign. zampe di g., con cui si indicano anche le rughe che, spec. nelle persone non più giovani, si formano agli angoli esterni degli occhi; andare a letto con le g., coricarsi prestissimo; g. vecchia, scherz., di persona non tanto giovane, per lo più nel prov. g. vecchia fa buon brodo; g. che canta (o che schiamazza) ha fatto l’uovo, quando uno insiste o s’accalora troppo su certi argomenti, mostra così di essere in colpa; chi di g. nasce convien che razzoli (o raspi), a proposito di figli che, nei difetti e nelle caratteristiche negative, somigliano ai genitori. c. fig, spreg. Donna poco intelligente: quella tua amica è proprio una gallina. 2. Per estens., il nome, accompagnato da aggettivi o complementi, è usato per indicare specie di uccelli appartenenti a varî generi: g. faraona o di Faraone o di Numidia, uccello gallinaceo (Numida meleagris) dalle penne scure tempestate di macchie bianche, il cui allevamento è sviluppato in Italia per le carni molto apprezzate; g. della Madonna, nell’Italia centr., altro nome della rondine; g. prataiola, uccello della grandezza di un pollo (lat. scient. Otis tetrax orientalis), della famiglia otididi, che vive in piccoli gruppi e nidifica nel terreno; g. prataiola forestiera, altro nome dell’ubara, uccello della famiglia otididi. 3. Nome popolare delle monete del valore di 5 doppie, 2 doppie, ecc., coniate da Amedeo III re di Sardegna (sec. 18°), così chiamate, con scherz. ironia, per l’aquila sabauda impressa sul rovescio. ◆ Dim. gallinèlla (v.), gallinétta; accr. gallinóna; pegg. gallinàccia.