ganglio
gànġlio s. m. [dal gr. γάγγλιον]. – 1. Formazione anatomica di varia natura, forma e grandezza, disposta lungo il decorso di nervi encefalici, spinali e neurovegetativi (g. nervoso) o di nervi linfatici (g. linfatico o linfonodo); in partic., g. spinali, i ganglî intercalati in ciascuna radice sensitiva dei nervi spinali; g. stellato, ganglio neurovegetativo, che ha forma irregolare di stella, situato in corrispondenza dell’apofisi trasversa della settima vertebra cervicale: ha importanza perché è attraversato da tutte le fibre simpatiche della parte superiore del corpo e soprattutto da alcune delle vie che conducono gli stimoli dolorosi provenienti dal cuore; g. di Gasser, ganglio in forma di fagiolo collocato alla base del cranio, da cui si dipartono i tre rami del nervo trigemino; g. oftalmico o ciliare, annesso al ramo oftalmico del trigemino; g. genicolato, annesso al nervo facciale nell’acquedotto di Falloppio, ecc. Per estens. sono spesso chiamati ganglî della base i centri nervosi situati in corrispondenza della base del cervello, e in partic. il talamo ottico e il corpo striato. 2. fig. Centro di attività, punto vitale: i g. dell’economia nazionale, dell’industria; i g. della rete ferroviaria o autostradale; i g. dell’esercito, ecc. 3. In patologia, tumore cistico benigno (detto anche igroma) che si sviluppa nelle guaine (o borse) sinoviali dei tendini e delle articolazioni.