garzone
garżóne s. m. [dal fr. garçon, che è dal franco *wrakjo]. – 1. ant. e poet. Giovane, giovinetto: fanciullo è infino a’ sette anni, e g. infino a’ quattordici (Buti); obliano I g. le danze (Foscolo). Più raram., uomo non ammogliato, scapolo. 2. a. Lavoratore subordinato addetto alle forme più semplici di lavoro: il g. dell’oste, del lattaio, del fornaio; g. di stalla. Nelle campagne, in Toscana, uomo assunto per aiuto nel lavoro dei campi. In queste accezioni, è usato anche il femm. garzóna. b. Nel linguaggio marin., g. o g. di bordo, sinon. non più in uso di mozzo. ◆ Dim. garżonétto, garżoncino; più com. garżoncèllo, soprattutto nel sign. di fanciullo, adolescente: questo garzoncello s’incominciò a dimesticare con Federigo (Boccaccio); Garzoncello scherzoso (Leopardi); un garzoncello di giudizio (Manzoni).