gelosia
gelosìa s. f. [der. di geloso]. – 1. a. Stato emotivo di dubbio e di tormentosa ansia di chi, con o senza giustificato motivo, teme (o constata) che la persona amata gli sia insidiata da un rivale: sentire g., soffrire di g.; essere roso, tormentato dalla g.; fare una scena di gelosia. È distinta dall’invidia in quanto quest’ultima è il sentimento di chi desidera cosa posseduta da un altro, senza che in questa rivalità sia coinvolta una terza persona. b. Per estens., risentimento che si prova nel vedere che altri ci è preferito o che ad altri è concesso un affetto o un vantaggio che vorremmo per noi stessi: anche i bambini soffrono di gelosie; ha g. della sorellina; e di animali: il cane mostra g. quando vede il padrone accarezzare un altro cane. c. Con altro uso estens., rivalità, desiderio d’emulazione, invidia: la g. de l’amico fa l’uomo sollicito (Dante); provare g. per i successi altrui; destare le g. dei compagni, dei colleghi; g. di mestiere. d. ant. Sospetto, timore: per g. di perdere la fortezza, vi venne Castruccio in persona (G. Villani). e. non com. Cura attenta e affettuosa, scrupoloso riguardo: custodire con g. un ricordo carissimo. 2. a. Serramento di finestra – realizzato con stecche inclinate disposte in un telaio fisso o mobile (persiana), con stecche fitte incrociate (grata) o anche con lastre di legno o di metallo traforate – che permette di guardare dall’interno senza essere visti dall’esterno (il nome si spiega col fatto che l’origine sarebbe dovuta a motivi di gelosia, in quanto tale sistema permette alle donne di stare alle finestre togliendole però alla vista degli estranei). In alcune regioni, il termine indica la sola parte inferiore della persiana che si alza e si abbassa per dare più o meno luce. b. Con riferimento al tipo di finestra fatto con stecche incrociate, il termine è stato largamente usato in passato (da solo o nella locuz. agg. a gelosia) con il sign. generico di graticcio, graticola, graticolato, anche per indicare determinati oggetti così conformati, oppure ornamenti e decorazioni a graticolato (maniche a gelosia, nell’abbigliamento rinascimentale, bicchieri decorati a gelosia, ecc.). È ancora così chiamato, ma sempre più raramente, il graticolato di canne o di pali sul quale si adattano i rami di piante allevate a spalliera.