gender gap
loc. s.le m. inv. Divario tra generi; con particolare riferimento alle differenze tra i sessi e alla sperequazione sociale e professionale esistente tra uomini e donne. ◆ Per colmare il cosiddetto gender gap (il fenomeno che spinge le donne Usa a preferire i democratici, con uno scarto del 15%) alle ultime elezioni il Partito repubblicano ha investito oltre 200 milioni di dollari in pubblicità elettorali dirette esclusivamente a casalinghe e donne d’affari. (Alessandra Farkas, Corriere della sera, 6 ottobre 1999, p. 9, Esteri) • Il quadro è roseo: le donne connesse a Internet hanno superato gli uomini, Ingegneria elettronica ha avuto un boom di iscritte, aumentate in 10 anni del 400 per cento, l’Ibm che nel ’95 ha assunto il 27% di donne, è passata al 42% sette anni dopo, le imprenditrici nel settore Itc sono una su 4. «Il movimento è impetuoso – spiega Serena Dinelli, la psicologa che ha condotto l’indagine assieme a Giorgio Pacifici – ma il gender gap, il divario di genere, resiste: nella ricerca, ad esempio, la carriera è difficile; l’accesso ai mezzi tecnologici è più limitato». (Francesca Nunberg, Messaggero, 19 marzo 2004, p. 11, Cronache) • [Susanna] Cenni dice che «è necessario passare dalle pari opportunità alle politiche di genere» e che superare il «gender gap» è compito di tutti i governi, locali come nazionali, e non solo di organismi a ciò deputati. (Ilaria Ciuti, Repubblica, 29 novembre 2006, Firenze, p. III).
Espressione ingl. composta dai s. gender (‘genere, sesso’) e gap (‘divario, scarto’).
Già attestato nella Repubblica del 13 luglio 1984, p. 9, Politica estera (Gaetano Scardocchia).