general contractor
loc. s.le m. Contraente generale, appaltatore diretto che si obbliga a coordinare la realizzazione di un’opera pubblica. ◆ [Ercole] Incalza [amministratore delegato della Tav Spa] ricostruisce la genesi del progetto elaborato dalle Fs nel ’91. E spiega la novità del general contractor: una specie di controllore che deve garantire tempi e costi dei lavori, nonché il coinvolgimento dell’industria privata. (Foglio, 10 dicembre 1999, p. 2) • Il maxi lotto Sicignano-Atena raggruppa 4 vecchi lotti per una lunghezza di circa 30 chilometri per un importo complessivo di 597 milioni di euro. Si tratta della prima opera in Italia affidata con il nuovo strumento del «general contractor» che dovrebbe assicurare maggiore rapidità di esecuzione dei lavori e più controllo sui costi. (Gazzetta del Mezzogiorno, 25 novembre 2003, Puglia & Basilicata, p. 5) • Secondo Mario Lupo, presidente dell’associazione che riunisce proprio i general contractor, «ormai non si può prescindere dal lavoro di coordinamento e di regia svolto da questo soggetto». […] Il general contractor assume l’obbligo del risultato: si impegna cioè a realizzare con qualsiasi mezzo l’opera e a consegnarla chiavi in mano. (Valeria Uva, Sole 24 Ore, 11 maggio 2008, p. 19, Economia e imprese).
Espressione ingl. composta dall’agg. general (‘generale’) e contractor (‘contraente’).
Già attestato nella Repubblica dell’11 luglio 1984, p. 36, Economia.
V. anche contraente generale.