generare
v. tr. [dal lat. generare, der. di genus -nĕris «stirpe, nascita»] (io gènero, ecc.). – 1. Dare vita a un essere della stessa specie, detto di uomini, di animali, e per estens. anche di piante: Abramo generò Isacco; il destrier ... Ch’una giumenta generò d’un grifo (Ariosto); il seme da cui sarà generato l’albero. Anche assol.: uomo, animale impotente a generare. 2. estens. a. Dare vita, in genere: un paese che ha generato molti illustri figli; la terra genera grande varietà di fiori; con senso più ampio, produrre: l’umidità genera le muffe; g. calore, elettricità. Nell’intr. pron., con valore passivo, formarsi, avere origine: i sali si generano unendo un acido con una base; spiegare come si genera la pioggia. b. In geometria, di linee, superfici, solidi formati dal movimento di un punto, di una linea, di una figura data: la rotazione di un rettangolo intorno a un suo lato genera un cilindro. c. fig. Suscitare, dare origine, far sorgere: g. uno scandalo; g. sospetti; la ricchezza genera superbia; le troppe parentesi generano confusione nel discorso. ◆ Il part. pres. generante e il part. pass. generato sono usati anche come agg. e sost.: esseri generanti; esseri generati; Natura generata il suo cammino Simil farebbe sempre a’ generanti (Dante), i figli avrebbero le stesse inclinazioni dei genitori.