gerarchia
gerarchìa s. f. [dal gr. tardo ἱεραρχία; v. gerarca]. – 1. a. In origine, soprattutto nell’àmbito cristiano greco, l’amministrazione delle cose sacre, in quanto comportava un ordine scalare, e l’ordine stesso. Di qui, nel diritto canonico, g. ecclesiastica, l’ordinamento dei gradi e delle funzioni nella Chiesa, e il principio stesso della subordinazione delle autorità inferiori alle superiori. Nella Chiesa cattolica si distingueva una g. d’ordine, conferita con l’ordine sacro, che constava di gradi superiori (i cosiddetti ordini maggiori) e inferiori (cioè gli ordini minori, parte dei quali sono ora chiamati ministeri), e una g. di giurisdizione o di governo, conferita con l’istituzione canonica, che comprendeva il papa, i vescovi, i sacerdoti e, in certa misura, anche i chierici. Dopo il concilio Vaticano II la gerarchia ecclesiastica si identifica con il complesso delle persone che sono titolari della potestà sacra in quanto hanno ricevuto il sacramento dell’ordine. b. Il rapporto di subordinazione e supremazia che unisce tra loro gli uffici delle varie amministrazioni dello stato, e anche ciascuna di queste amministrazioni in quanto legata alle altre dal vincolo gerarchico: g. civile, g. militare, ecc. c. In senso concr., al plur., le persone stesse che ricoprono i diversi gradi nell’ordinamento gerarchico: le massime g. ecclesiastiche; le alte g. militari; alla presenza di tutte le g. dello stato. 2. G. celeste, il complesso degli ordini angelici raggruppati, ispirandosi a s. Paolo, dallo Pseudo-Dionigi in tre gerarchie scalari (serafini, cherubini, troni; dominazioni, virtù, potestà; principati, arcangeli, angeli), ordinamento accolto anche da Dante. 3. In etologia, esistono gerarchie sia tra gli invertebrati sia tra i vertebrati, e hanno la funzione di ridurre l’aggressività all’interno del gruppo e di regolamentare lo sfruttamento delle risorse e la riproduzione, svolgendo quindi un importante ruolo adattativo per la sopravvivenza del gruppo e della specie, anche come fattore di regolazione della densità della popolazione. 4. Negli elaboratori elettronici, condizione che si realizza tra sottoprogrammi, cicli operativi e simili (che in tal caso si dicono gerarchizzati), quando essi ne contengono altri o sono contenuti in altri, in una struttura a più livelli.