ghiacciaio
ghiacciàio s. m. [der. di ghiaccio2]. – Accumulo naturale di ghiaccio a struttura stratificata, dovuto a trasformazione della neve meteorica, soffice e porosa, dapprima in neve granulare (firn), poi in ghiaccio bolloso, e infine nel cosiddetto «ghiaccio di ghiacciaio», trasparente, bianco o leggermente verdastro, azzurrino se visto in distanza. Un ghiacciaio tipico è costituito da un bacino collettore, nel quale si accumula, subendo la trasformazione in ghiaccio, la neve caduta, e da un bacino dissipatore, detto anche d’ablazione (o canale di scarico, o lingua), nel quale il ghiaccio scorre per forza di gravità verso valle fino a raggiungere un limite, la fronte, in cui avviene lo scioglimento del ghiaccio stesso; è detta bocca o porta del gh. l’apertura generalmente presente sulla fronte del ghiacciaio, dalla quale fuoriesce un corso d’acqua. Si distinguono: gh. di montagna o alpino, quando si sviluppa su superfici limitate di rilievi montuosi, e, in partic., gh. alpino-vallivo (o gh. di montagna di primo ordine), costituito da un bacino di raccolta e da una lingua; gh. pirenaico (o gh. di montagna di secondo ordine o gh. di circo), costituito da una massa glaciale più o meno ampia, tutta contenuta in un circo, senza lingua, anche detto, sulle Alpi, vedretta o gh. di pendio; gh. norvegese, costituito da un bacino di raccolta amplissimo che riveste a guisa di mantello continuo (ice-field) estesi altopiani e dal quale scendono una o più lingue (ice-streams); altri tipi di ghiacciaio prendono il nome dalla regione geografica di cui sono più caratteristici, presentando anch’essi particolarità che li contraddistinguono, come il gh. himalaiano o alpino-vallivo composto, il gh. alascano o marginale, il gh. groenlandico e il gh. antartico (o inlandsis). TAV.