giambico
giàmbico agg. [dal lat. tardo iambĭcus, gr. ἰαμβικός] (pl. m. -ci). – 1. a. Costituito di giambi: ritmo g., serie g.; metro g. o dipodia g., unità di misura dei versi g., costituita di due giambi (⌣–́⌣–́); dimetro, trimetro g. (detto questo, nella poesia latina, senario g.), serie composte rispettivam. di due e tre metri giambici, con possibilità di sostituzione, in varie sedi, di dattilo, anapesto o tribraco al giambo. Nella metrica italiana d’imitazione classica, strofe g., strofe di endecasillabi sdruccioli (corrispondenti ai trimetri giambici), o di endecasillabi alternati con settenari sdruccioli (corrispondenti questi ai dimetri), usati in varia combinazione dal Carducci nelle Odi barbare. b. Nella prosodia latina, abbreviamento g. (lat. correptio iambica), fenomeno per cui, in particolari contingenze metriche, nella sequenza di due sillabe di quantità giambica (⌣–) la seconda sillaba è considerata breve (⌣⌣). 2. Che ha carattere e tono d’invettiva, di satira (in connessione con il 2° sign. di giambo): poesia g., il genere poetico fondato appunto sull’invettiva, sull’aggressività e sulla satira personale, largamente coltivato tra i Greci (inventore del genere è considerato Archiloco di Paro) e poi tra i Romani (Nevio, Ennio, Lucilio, Catullo, Orazio); analogam., spirito g., lo spirito aggressivo e satirico proprio di tale poesia.