giardino
s. m. [dal fr. jardin, ant. gart, jart, dal germ. *gart o *gardo (cfr. ted. Garten, ingl. garden)]. – 1. Terreno, per lo più cinto di muro, steccato o cancellata, coltivato a piante ornamentali e fiorifere, destinato a ricreazione e passeggio; può essere privato, adiacente a villa o casa d’abitazione, oppure pubblico, nell’interno o alla periferia dei centri abitati: g. all’italiana o classico, a tracciato regolare, simmetrico, con siepi tagliate a mano in forme regolari o ornamentali, in cui ogni spazio è definito e ridotto in forme geometriche anche in presenza di forti dislivelli, con scalinate, terrazze, cascate d’acqua, e in cui la vegetazione appare in forme artificiali e quasi mai nel suo aspetto naturale; g. alla francese, con tracciato simmetrico e composizioni ordinate a linee prevalentemente rette, di solito pianeggiante, con aiuole, specchi d’acqua e nicchie; g. inglese o all’inglese, con tracciato irregolare, non architettonico, che nella disposizione e nello sviluppo delle piante tende a riprodurre artisticamente la natura mediante una successione di scenarî caratterizzati da ampî prati in contrasto con fitti boschetti e, in alcuni casi, con elementi artificiali costituiti da grotte, rovine, tempietti; g. pubblico (spesso al plur., g. pubblici), ampia zona di verde, con viali, alberi e piante varie, panchine, giochi per bambini, arricchita spesso di monumenti o statue, creata all’interno o alla periferia di una città per riposo e svago degli abitanti; è un g., pare un g., di podere e sim. ben coltivato, o di luogo ricco di verde e di fiori. In Sicilia, si dà il nome di giardino agli agrumeti e agli aranceti. 2. a. G. di acclimazione: quello dove si coltivano specie di piante di cui si deve saggiare l’acclimazione. b. G. alpino: giardino sperimentale dove si coltivano piante d’alta montagna per fare studî di botanica pura (sistematica, fisiologia, ecologia, ecc.) e applicata (piante foraggere di pascoli e prati per studiarne il comportamento ai fini della loro più razionale utilizzazione, ecc.). c. G. botanico: sinon. meno com. di orto botanico. d. G. coloniale: giardino sperimentale di piante di origine esotica, creato al fine di studiare la flora non indigena; è in genere una sezione dell’orto botanico delle singole università. e. G. d’inverno (locuz. modellata sul fr. jardin d’hiver): stanza con una o più pareti vetrate, che, in ville signorili e in alberghi di lusso, è arredata con mobili da giardino e piante in vaso, in modo da riunire i caratteri di un ambiente di soggiorno ameno e confortevole con quelli di una serra per piante delicate. f. G. magico: giardino di piante, fiori e insetti finti, ricoperti di vernice luminescente che, eccitata dalle radiazioni ultraviolette di speciali lampade, risplende nell’oscurità di colori fantastici. g. G. pensile: piccolo giardino su terrazza; erano famosissimi nell’antichità quelli di Ninive e Babilonia, sospesi su terrazze sostenute da pilastri e volte, considerati una delle meraviglie del mondo. h. G. zoologico: ampio tratto di terreno, in genere recintato in varî modi, in cui sono raccolti (a scopo non soltanto di curiosità ma anche culturale e scientifico) animali di ogni specie, soprattutto esotici, i quali vivono parte in gabbie parte in recinti spaziosi riproducenti le condizioni di ambiente in cui vive l’animale allo stato libero. 3. estens. e fig. a. Paese fertile e ridente: l’Italia è il g. d’Europa; avete tu e ’l tuo padre sofferto ... Che ’l giardin de lo ’mperio [l’Italia] sia diserto (Dante). b. Giardino di delizie, luogo di soggiorno assai piacevole e ameno; letter., giardini di Armida, luogo di voluttà e di piacere, per antonomasia dai giardini descritti dal T. Tasso nei canti XV e XVI della Gerusalemme Liberata, dove la maga Armida trattiene Rinaldo. c. G. di Epicuro: designazione già antica della scuola filosofica di Epicuro, che nel giardino dell’istituzione da lui fondata amava trattenersi con i suoi discepoli. 4. In funzione appositiva, città giardino, complesso urbanistico di tipo residenziale caratterizzato da limitato volume delle costruzioni e da ricchezza di verde (v. anche città, n. 1 b). 5. Giardino d’infanzia (traduz. del ted. Kindergarten): speciale tipo di scuola elementare di grado preparatorio, ideato nel 1840 dal pedagogista ted. F. W. A. Fröbel (e perciò denominato anche g. fröbeliano), per bambini di età fra i tre e i cinque anni, in seguito annesso, come istituzione di carattere ausiliario (ma con la denominazione ufficiale di «scuola materna»), agli istituti magistrali perché gli alunni di questo possano compiervi esercitazioni di tirocinio. ◆ Dim. giardinétto, con accezioni speciali varie (v. la voce); spreg. giardinùccio; accr., raro, giardinóne. TAV.