giglio
gìglio s. m. [lat. līlium, con dissimilazione della cons. iniziale]. – 1. a. In botanica, genere di piante liliacee (lat. scient. Lilium), con una ottantina di specie dell’emisfero boreale, molte delle quali (con numerosi ibridi) sono coltivate per la bellezza dei fiori, bianchi, gialli, rossi, o screziati di questi due ultimi colori. In Italia, oltre alla specie più nota del genere (v. oltre), crescono spontanei sui monti: Lilium pomponium, delle Alpi, il g. rosso (L. bulbiferum) con fiori inodori giallo-aranciati, e il g. martagone (L. martagon), con fiori profumati roseo-vinosi. b. Nome comune (anche g. bianco o g. di sant’Antonio) di Lilium candidum, originario della Siria e della Palestina, talvolta spontaneizzato nelle parti più calde d’Italia, alto da 60 a 120 cm, con numerosi fiori candidi e molto profumati. È generalmente assunto come simbolo della purezza, della castità (e come tale è attributo di san Luigi): una fanciulla pura come un giglio; con lo stesso valore simbolico, g. delle convalli, espressione del Cantico dei Cantici che nell’interpretazione allegorica viene riferita alla Madonna. Nell’uso poet. indica il candore della pelle umana: Torna a fiorir la rosa Che pur dianzi languia; E molle si riposa Sopra i gigli di pria (Parini). 2. Nome di altre piante: g. d’acqua, la ninfea bianca; g. caprino, il pan di cuculo; g. cimiciattolo, piccola orchidea (Orchis coriophora) comune nel Mediterraneo, i cui fiori rossastro-violacei hanno un odore forte e sgradevole; g. delle convalli, il mughetto; g. dorato, un’emerocallide (Hemerocallis lilioasphodelus); g. fiorentino, il giaggiolo; g. giallo palustre, l’acoro falso; g. marino, il narciso marino; g. dei morti, erba rizomatosa (Iris foetidissima), con foglie verdi scure a odore agliaceo sgradevole, fiori con tepali stretti, gialli con sfumature violacee, che cresce nei boschi e nelle siepi della regione mediterranea; g. persiano, erba bulbosa delle liliacee (Fritillaria persica), coltivata nei giardini, con fusto aereo provvisto di molte foglie e terminante con un grappolo di fiori violacei rivolti in giù; g. turco, un’altra specie di emerocallide (Hemerocallis fulva). 3. In araldica, figura composta di tre foglie, di cui la mediana più grande, diritta e in genere appuntita, le due laterali ricurve, tutte unite verso la base da una stanghetta; può essere di tutti gli smalti, ma più comunem. di metallo, con molta varietà di posizioni nello scudo; sue derivazioni: il g. dimezzato, diviso verticalmente con le due parti un poco discoste; e il g. col piede nutrito, senza le basi delle tre foglie sotto la stanghetta. G. di Francia, o g. d’oro, o fiordaliso, il giglio proprio dell’arme dei Capetingi, usato poi come emblema delle successive dinastie francesi. G. di Firenze, emblema del comune e della città di Firenze (detta perciò spesso la città del giglio), costituito da un fiore di giaggiolo stilizzato, aperto e bottonato: rosso in campo d’argento dal 1251, quando prevalse la parte guelfa, mentre prima di questa data era d’argento in campo rosso (e tale rimase poi come insegna dei ghibellini). 4. In zoologia, giglio di mare, crinoide (Antedon mediterranea) comune nel Mediterraneo, dalle forme elegantissime.