gioia1
giòia1 s. f. [dal fr. ant. joie, che è il lat. gaudia, plur. di gaudium: v. gaudio]. – 1. a. Intensa e piacevole emozione che si prova quando un fine, più o meno consapevolmente perseguito, viene raggiunto o un desiderio trova appagamento, e si manifesta di solito nell’aspetto esteriore della persona, talvolta con atti e comportamenti spontanei e liberatorî: provare, mostrare una gran g., un’immensa g., una g. viva, piena, ma anche una g. crudele, torbida, perversa; essere ebbro, pazzo di g.; grida, canti, lacrime di g.; fuochi di g., accesi in segno di grande festa; la notizia mi ha riempito di g.; l’incidente turbò la g. della serata; darsi alla g., alla pazza g., darsi ai divertimenti, a manifestazioni di spensierata allegria. b. In funzione predicativa, di persona che sia fonte di felicità e di consolazione: quel bambino è la g. dei suoi genitori (cfr. anche il sign. 2 di gioia2). 2. Diletto, letizia, stato di felicità: lungamente in piacere e in g. poi vissero insieme (Boccaccio); Gioia promette e manda pianto Amore (Foscolo). Anche al plur.: le g. del paradiso; Manda alle ascose vergini Le pure g. ascose (Manzoni); nel linguaggio com., più spesso, consolazioni, soddisfazioni: le g. della vita, della maternità; talvolta iron.: ecco le g. della famiglia! Per antifrasi, che gioia!, a proposito di cosa noiosa, seccante: immàginati che g. sentirlo brontolare dalla mattina alla sera! 3. poet. Stato festoso della natura, e sim.: gran g. di cielo e di campagna (Tommaseo).