gioventu
gioventù (ant. gioventude, gioventute, e raro gioventùdine) s. f. [dal lat. iuventus -utis, der. di iuvĕnis «giovane»]. – 1. Una delle età della vita umana, compresa tra l’adolescenza e la maturità (è in genere sinon. di giovinezza, ma usato quasi esclusivam. in senso proprio): la seconda [età] si chiama gioventute (Dante); dalla gioventudine insino alla senettute (Novellino); E tu, lieta e pensosa, il limitare Di gioventù salivi (Leopardi); in g., nell’età giovanile: in g. aveva molto viaggiato; prov., chi ride in g. piange in vecchiaia; è la g.!, benedetta g.!, la g. vuole il suo sfogo, espressioni con cui si tende a giustificare le intemperanze dei giovani; ardori, bollori di g.; errori, trascorsi, peccati di g., che si sono commessi nella propria giovinezza o che sono proprî dei giovani; e spesso, alludendo a un figlio naturale: è stato un peccato di gioventù. Raro e letter. con gli usi estens. di giovane, riferito ad animali, piante, o a cose inanimate: O primavera, g. dell’anno, Bella madre di fiori (Guarini). 2. Con valore concr., i giovani, in senso collettivo: letteratura, spettacoli per la g.; la g. ama divertirsi; o il complesso dei giovani di un determinato luogo o ambiente: A che pugna in quei campi L’itala gioventude? (Leopardi); c’è una bella g. in questo paese; g. forte, disciplinata, ribelle, viziosa; partecipava alle gare il fior fiore della g.; la g. italiana, la g. cattolica; per g. bruciata, v. bruciato.