giu
giù (ant. giuso) avv. [lat. tardo iūsum, deosum, dal class. deorsum]. – 1. a. A basso, in basso, verso il basso (contr. di su); con verbi di stato e di moto: essere, andare, scendere, cadere giù; Così discesi del cerchio primaio Giù nel secondo (Dante). Anche isolato, spec. in esclamazioni imperiose, sottintendendo il verbo: giù le mani!; giù il cappello!; giù subito da quella scala, da quel muro!; o con valore rafforzativo: e giù botte da orbi, giù applausi senza fine, giù parolacce che non ti dico. Raddoppiato, giù giù, per indicare movimento lungo di discesa: si calò giù giù per la fune; e fig.: cominciò a narrare la storia dalle origini, e poi giù giù fino ai giorni nostri. V. anche i comp. quaggiù, laggiù, costaggiù, colaggiù. b. Locuzioni: in giù, per indicare la direzione verso il basso: venivano in giù verso di noi; andate un po’ più in giù; cadere col capo in giù o all’ingiù; dalle spalle in giù, dal ginocchio in giù; fig., in espressioni numeriche, per esprimere passaggio verso valori più bassi: dai vent’anni in giù; dal grado decimo in giù. Fam., giù di lì, circa da quelle parti: speravo di trovarlo in piazza o giù di lì; pressappoco, all’incirca: avrà cinquant’anni o giù di lì; ci potranno essere dieci miglia o giù di lì; con sign. sim., anche su per giù o, in grafia unita, suppergiù (pop. tosc. giù per su). 2. Locuzioni con verbi: a. Andare giù, scendere; andare su e giù, salire e scendere (ma anche per indicare movimento orizzontale avanti e indietro: andavano su e giù per il corso); fig., andar giù, diminuire, decrescere, scemare (andar giù di prezzo), e anche deperire (è andato molto giù da quando l’ho visto l’ultima volta); di cibo o bevanda, non mi va giù, non riesco a inghiottire: questa medicina non mi va giù; fig., di cosa a cui non ci si sappia rassegnare, o che paia incredibile: queste prepotenze non mi vanno proprio giù; non mi va giù che sia stato lui. b. Buttare giù, abbattere, atterrare: buttar giù una quercia, un muro; versare nella pentola: quando l’acqua bolle, butta giù la pasta; ingoiare: buttò giù l’acquavite tutta d’un fiato; fig., buttar giù un ministero, un governo, farlo cadere; far deperire, spossare, accasciare: la febbre lo ha buttato molto giù; il caldo di solito mi butta giù; avvilire: non puoi credere quanto quella delusione lo abbia buttato giù; di scritti, mettere in carta alla buona e in fretta, come primo abbozzo: ho buttato giù quattro idee; rifl., buttarsi giù, lanciarsi nel vuoto, coricarsi, sdraiarsi; fig., deprezzarsi, sminuirsi, o scoraggiarsi, perdersi d’animo. c. Essere giù, essere in cattive condizioni di salute o di spirito, sentirsi abbattuto, depresso: è molto giù; l’ho trovato assai giù di morale. d. Mandare giù, inghiottire, e fig. credere, o rassegnarsi: mandi almen giù quest’altro gocciolo (Manzoni); questa poi non mi riesce di mandarla giù. e. Mettere giù, posare a terra: metti giù le valigie. f. Tirare giù, prendere o staccare dall’alto: tira giù quel quadro, devo spolverarlo; o lanciare dall’alto: tirare giù pietre sugli assalitori; fig., fam., tirare giù bestemmie, moccoli e sim., bestemmiare (anche in forma ellittica: quando s’arrabbia, ne tira giù di quelle ...!); di lavori, componimenti e sim., fare in fretta e alla peggio: è un lavoro tirato giù. g. Venire giù, scendere, cadere, crollare: veniva giù un’acqua!; è venuto giù il muro; non si smuove neanche se viene giù il mondo.