gloria1
glòria1 s. f. [dal lat. gloria]. – 1. a. Fama grandissima, onore universale che si acquista per altezza di virtù, per meriti eccezionali, per atti di valore, per opere insigni: meritare, procacciarsi, acquistare gloria, o la gloria; aspirare alla g., sognare la g.; g. vera, eterna, immortale, o breve, fugace, passeggera, effimera; Fu vera g.? Ai posteri L’ardua sentenza (Manzoni); in locuzioni fig.: il cammino, la via della g.; coronare di g.; coprirsi di g.; oscurare la g. di tutti i predecessori; scherz. o iron., lavorare per la g., senza avere alcuna ricompensa o retribuzione. Con varie determinazioni: la g. militare o delle armi; la g. che si acquista sul campo di battaglia; la g. di aver giovato all’umanità; Così ha tolto l’uno a l’altro Guido La g. de la lingua (Dante). b. Lode, esaltazione, glorificazione: g. a Dio nell’alto dei cieli, inizio dell’inno liturgico noto come il Gloria, nella liturgia in italiano (v. gloria2); fare, dire a g. di Dio, a maggior g. di Dio (v. anche ad maiorem Dei gloriam); vittoria che torna a g. del nostro esercito; questo va detto apertamente, a tutta sua g.; rafforzato, a onore e g. di ...; spesso scherz.: a onore e g. del vero (per dire cioè le cose come stanno). c. Vanto, orgoglio, superbia: Né lo profondo inferno li riceve, Ch’alcuna g. i rei avrebber d’elli (Dante); Andava il fanciulletto con piccolo passo di gloria, Superbo de l’amore materno (Carducci). d. Per metonimia, persona, opera che è motivo di gloria, di vanto, di onore: è la g. della sua famiglia, della sua città, della sua nazione, dell’arte italiana; lo esaltano come una g. nazionale; le più pure g. del nostro Risorgimento; Ma più beata che in un tempio accolte Serbi l’itale g. (Foscolo). Nel linguaggio sport., vecchie g., prestigiosi campioni del passato: le vecchie g. del calcio, del ciclismo. Azione o fatto glorioso: tra le altre molte sue g. va ascritta anche questa; talora iron., di qualche gesto poco bello: bella g. la tua! 2. a. Splendore: la g. della pittura nel ’400; la poesia in quel secolo ebbe grande gloria. In partic., la g. di Dio, lo splendore e la grandezza della maestà divina, la sua beatitudine: La g. di colui che tutto move Per l’universo penetra, e risplende In una parte più e meno altrove (Dante); Dio (o Cristo) gli si rivelò in tutta la sua g.; anche come esclam. di scongiuro o di stizza: per la g. di Dio! Più com., la beatitudine del paradiso: la g. dei santi, degli angeli; salire, essere assunto alla g. dei cieli; essere nella g. di Dio, di persona defunta; fig., andare in g., andare in estasi, in solluchero; essere in g., essere estasiato (pop., essere ubriaco). Dio l’abbia in g., formula di benedizione rivolta a un defunto: mio nonno, Dio l’abbia in g., diceva spesso che ...; ma talora, per antifrasi, con sign. opposto: quell’imbroglione, Dio l’abbia in g., si prese i miei soldi e non si fece più vedere. b. Nome dato nella storia dell’arte a opere di pittura o di scultura che rappresentano persone celesti circondate di luce, di schiere di angeli, o a raffigurazioni, di carattere allegorico, celebrative di personaggi, famiglie, dinastie, città, nazioni, istituzioni, eventi storici (altrimenti dette apoteosi): dipingere, scolpire una g.; la G. dei Medici, di L. Giordano, nel Palazzo Medici-Riccardi di Firenze; la G. di Spagna, di G. B. Tiepolo, nel Palazzo Reale di Madrid. 3. a. non com. L’aureola che nella tradizione iconografica cinge il capo dei santi. b. Per estens., in ottica atmosferica, fenomeno più noto come spettro del Brocken (v. spettro). 4. Nella scenotecnica, apparecchio (detto anche volo) per far discendere dal cielo, e risalirvi, personaggi, in piedi o seduti. 5. Con funzione attributiva, seta g. (o tessuto g.), tessuto misto di seta e cotone, a bassa percentuale di seta, usato spec. per la fabbricazione di ombrelli. ◆ Dim. e spreg. gloriétta, gloriùccia, gloriuzza, gloriola (alla lat. glorìola).