gorgogliare
v. intr. [der. del lat. gurgulio -onis «trachea», voce onomatopeica] (io gorgóglio, ecc.; aus. avere). – 1. Rumoreggiare, come fa un liquido che esce a tratti da una stretta apertura, o l’acqua che bolle, o un corso d’acqua le cui onde, passando fra i sassi o urtando contro un ostacolo, si agitano formando piccoli gorghi, e sim.: l’acqua usciva dalla cannella gorgogliando; Il fiume gorgogliar fra tanto udìo Con novo suono (T. Tasso). Nella tecnica, si dice di un gas che viene insufflato o fatto sviluppare al di sotto del livello di un liquido, attraverso il quale sale sotto forma di bollicine, allo scopo, per es., di lavarlo o raffreddarlo o di farne assorbire dal liquido alcuni componenti. 2. Produrre un rumore caratteristico quando si emettono dei suoni avendo un liquido in gola (come per es. nel fare i gargarismi); in questo sign. anche, eccezionalmente, trans.: Quest’inno si gorgoglian ne la strozza (Dante). 3. Riferito agli intestini, brontolare per meteorismo: la pancia mi gorgoglia per la fame. ◆ Part. pres. gorgogliante, anche come agg., nelle varie accezioni: le acque gorgoglianti del fiume; voce gorgogliante.