governo di tutti
loc. s.le m. Governo in grado di rappresentare tutte le componenti di una comunità (nazionale, politica, sociale, religiosa, ecc.). ◆ Dice al Dulemi: «Vorrei che qualcuno mi spiegasse che differenza c'è tra Sadr City e Falluja o Ramadi in quanto a pericolosità sociale. Ma a Sadr City è stato revocato il blocco che però ancora vige a Falluja e Ramadi. O questo governo dimostra nei fatti di essere il governo di tutti, oppure noi ce ne torniamo a casa». (Renato Caprile, Repubblica, 7 novembre 2006, p. 9, Politica estera) • L’esecutivo Monti, che ieri ha ricevuto un’ampia fiducia in Senato, è il governo dell’ossimoro. Nasce forte della debolezza propria e del Paese. Tanto alternativo quanto dipendente dai partiti. Così necessario da poter essere spento in un soffio. Figlio di una tregua rivoluzionaria. In fondo, un governo di nessuno. Che la politica ha l’occasione di far diventare il governo di tutti. Per tutti. Politica alla massima potenza. (Francesco Riccardi, Avvenire.it, 18 novembre 2011, Opinioni) • La prospettiva di un governo di tutti, tranne Beppe Grillo e forse la Lega, può trasformarsi in un formidabile argomento elettorale. Già Salvini addita "il grande inciucio" sul salvataggio delle banche, insieme col M5S che con Luigi Di Maio vede "un grande patto del nazareno, per salvare la banca del Pd, MPS". (Massimo Franco, Corriere della sera, 20 dicembre 2016, p. 11, Primo piano) • [tit.] La via stretta / del governo di tutti. (Mattino.it, 10 marzo 2018, Primo piano).
Composto dal s. m. governo, dalla prep, di e dal pron. tutti.
Già presente nella Repubblica del 21 febbraio 1988, p. 13, Politica estera (Alberto Stabile).