granello
granèllo s. m. [dim. di grano] (pl. -i; nell’uso
tosc., o con valore collettivo, anche le granèlla). – 1. Il chicco del grano e, per estens., di altri cereali: un g. di panìco, un g. di riso. Anche il seme di alcuni frutti e legumi, nella locuz. frutta a granella (in contrapp. a quelle con nòcciolo), le pere, mele e sim., perché contengono i semi in forma di granelli ben distinti dalla polpa; e leguminose con granella, quelle di cui si utilizzano i semi, come per es. i ceci e le fave, contrapp. alle leguminose da foraggio, da sovescio, ecc. Meno com., il chicco dell’uva: raccattare le granella, i chicchi d’uva caduti a terra durante la vendemmia. 2. a. estens. Qualunque cosa assai piccola, spec. se di forma tondeggiante: un g. di pepe; un g. di sabbia; in questo oscuro Granel di sabbia, il qual di terra ha nome (Leopardi); fa che tu mi rechi ... tre granella d’incenso (Boccaccio); in botanica, g. pollinico, una delle cellule che costituiscono il polline. b. Una minima quantità di qualche cosa, briciolo: anche nei savî c’è un g. di pazzia; non ha un g. di senno. 3. Per eufem., al plur. (sempre nella forma granelli), testicoli: e così rimase la cosa che ’l prete se n’andò senza granelli (Sacchetti); in partic., nel linguaggio di macelleria e di cucina, i testicoli degli animali da macello. ◆ Dim. granellétto, granellino; dim. e spreg. granellùccio, granelluzzo; accr. granellóne, usato talora anche per indicare persona di poco cervello (per allusione ai granelli del sign. 3).