gratin
‹ġratẽ′› s. m., fr. [in origine, la «crosta» che si forma nell’interno di un tegame durante la cottura; der. di gratter, ant. grater «grattare»]. – In gastronomia, per lo più nella locuz. avv. o agg. al gratin, particolare modo di cottura delle vivande, le quali vengono cosparse, secondo i casi, di besciamella, formaggio parmigiano grattugiato, pangrattato (talvolta anche aglio e prezzemolo), e poi cotte nel forno molto caldo in modo che sulla superficie si formi una sottile crosta dorata e croccante: cuocere al g.; maccheroni, finocchi, pomodori al g.; sogliola, cozze al gratin.