grembiule
s. m. [der. di grembo]. – 1. a. Elemento accessorio, detto anche grembiale, che s’indossa sopra il vestito femminile o maschile, formato da un pezzo di stoffa (lino, tela, nailon o materia plastica), che, legato intorno ai fianchi, scende a coprire la parte anteriore del corpo fino alle ginocchia o alle caviglie; talvolta fornito sul davanti di un pettino, fu in passato considerato anche come una guarnizione del vestito (carattere che attualmente rimane solo nei costumi regionali), mentre ora ha funzione pratica di protezione ed è usato da chi fa lavori domestici o da varie categorie di lavoratori (inservienti di laboratori fisici e chimici, artigiani, fabbri, calzolai, ecc.): avendo un farsetto bianchissimo indosso e un grembiule di bucato innanzi sempre, li quali più tosto mugnaio che fornaio il dimostravano (Boccaccio). b. Per estens., la sopravveste (di tela bianca o nera, di satin, di cotone colorato) che indossano i bambini, gli scolari, in passato le commesse, ecc., a protezione del vestito. c. Elemento della scenotecnica teatrale, noto anche con il nome region. di zinale (v.). 2. Per metonimia, quanta roba sta in un grembiule, grembiulata: colse un g. di mele. 3. In anatomia, nome dato per similitudine a formazioni appiattite che pendono più o meno inerti: g. epiploico, il grande epiploon; g. delle Ottentotte (o anche velo del pudore), deformazione delle piccole labbra vaginali che, nelle donne ottentotte e boscimane, arrivano ad allungarsi di parecchi centimetri. ◆ Dim. grembiulino, non com. grembiulétto; accr. grembiulóne; pegg. grembiulàccio.