grido
s. m. [der. di gridare] (pl. le grida, dell’uomo; i gridi, degli animali, o anche dell’uomo, se isolati o comunque non considerati nel loro complesso). – 1. a. Voce (suono inarticolato, parola, esclamazione e sim.) emessa con forza, gridando: fare, dare, mandare, cacciare un g.; si sentì un g. nella notte; un g. forte; un g. acuto, prolungato, tremolante ... attraversò la notte come un razzo stridente (Pietro Citati); levare alte g.; il g. della sentinella; il g. dei venditori ambulanti, degli strilloni; le g. dei feriti; le g. della folla, dei dimostranti; fu acclamato dittatore a grido (o a grida) di popolo. Determinando la natura, lo scopo, il significato del grido: g. di richiamo, d’allarme, d’aiuto; gridi di battaglia, di caccia, di guerra. Specificando il sentimento, lo stato d’animo che il grido esprime o da cui è provocato: g. di dolore, di disperazione, di sdegno, di spavento, di sorpresa, di gioia; un g. di esecrazione, di raccapriccio si levò dalla folla; lanciare un g. disperato; Sì forte fu l’affettüoso g. (Dante). Per estens., invocazione, lamento, anche non espressi con la voce: il g. dei popoli oppressi; Cara Italia! dovunque il dolente G. uscì del tuo lungo servaggio ... (Manzoni); non siamo insensibili al g. di dolore che da tante parti d’Italia si leva verso di noi (frase di Vittorio Emanuele II nel discorso della corona pronunciato all’apertura del parlamento subalpino il 15 gennaio 1859). b. Al plur., sgridata: sentirai ora le g. del babbo! c. Verso di un animale, in quanto sia forte e acuto: i g. dei rapaci notturni; il g. dell’aquila, dello sciacallo. d. poet. Suono, rumore prodotto da elementi o fenomeni naturali: si avviò verso l’ombra ed il g. del mare (Beltramelli). 2. fig. Fama: alzare, levare grido di sé, acquistare grande reputazione; opera che a suo tempo levò gran g., fece molto scalpore; Credette Cimabue ne la pittura Tener lo campo, e ora ha Giotto il g. (Dante); or dov’è il grido De’ nostri avi famosi ...? (Leopardi); oggi quasi esclusivam. nella locuz. di grido, famoso, molto rinomato: uno scrittore, un pittore, un avvocato, un chirurgo, e anche un locale, un ristorante di grido. Con altro senso fig., l’ultimo g. della moda, espressione che traduce il fr. dernier cri (v. dernier cri). 3. In locuz. specifiche o tecniche: a. In araldica, grido d’arme (o di guerra), breve frase, seguita sempre da un punto esclamativo, posta solitamente in cimiero su una lista bifida e svolazzante, a ricordo del grido usato per consuetudine nei tornei e in battaglie: g. di decisione, di invocazione, di sfida, di vittoria, ecc. b. Nel linguaggio di borsa, negoziazioni (o contrattazioni) alle g., le negoziazioni che, prima dell’introduzione della negoziazione telematica, si svolgevano a voce alta, in modo che tutti potevano avere cognizione di esse e parteciparvi. c. In metallurgia, g. o pianto dello stagno, il rumore caratteristico, dovuto all’attrito dei cristalliti, che si provoca quando si piega una bacchetta di questo metallo. ◆ Dim. gridolino (nel sign. 1).