grottarolo
s. m. Chi sceglie di vivere in una grotta. ◆ L’eremita di San Vittorino, il grottarolo Mario Dumini, che rilegava i libri, che aveva una famiglia, che si occupava dei malati di Santa Maria della Pietà, che scriveva ai detenuti, è uscito dalla sua grotta per aiutare a scappare da una clinica psichiatrica un suo amico (Beatrice Picchi, Messaggero, 27 luglio 2002, p. 29, Cronaca di Roma) • Quando avremo scoperto chi è stato ad allestire un tavolino, una branda e qualche bacinella là dove i nostri trisavoli venivano sepolti, potremo riempire una casella del nostro archivio della vergogna. E collocarla vicino a quelle sui disperati della Casilina, ricordate l’insediamento, si chiamava niente meno che la «Terra del pianto»? O sui grottaroli di Tor Marancia, che per anni hanno abitato il tufo del parco, o quelli vicini della Caffarella. (Paolo Fallai, Corriere della sera, 22 giugno 2006, p. 1, Prima pagina).
Derivato dal s. f. grotta con l’aggiunta del suffisso -arolo.