Gruppo di Visegrad
(gruppo di Visegrad, Gruppo di Visegrád) loc. s.le m. Insieme di Stati dell’Europa centro-orientale, appartenenti all'ex blocco sovietico (Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia; quest'ultima poi scissasi in Repubblica Ceca e Slovacchia), uniti da un accordo di collaborazione politica ed economica stretto a Visegrad (Ungheria) il 15 febbraio 1991, a partire dall'obiettivo originario di integrarsi politicamente con l'Europa e la Nato. ♦ I ministri della Difesa del "Gruppo di Visegrad" (Polonia, Ungheria, repubbliche Ceca e Slovacca) hanno fatto buon viso a cattiva sorte accettando ieri a Varsavia il piano "Partnership for peace" offerto dalla Nato in alternativa alla loro richiesta di una adesione immediata e a pieno titolo all'Alleanza Atlantica. (Vincenzo Nigro, Repubblica, 8 gennaio 1994, p. 13, Politica estera) • "Sollecitiamo il Consiglio Ue di marzo ad un accordo sugli elementi chiave" del pacchetto per il 2030, scrivono i tredici Paesi. Sul fronte opposto e in posizione più "attendista" invece è il gruppo di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria), che preferisce aspettare gli impegni assunti a livello globale nel 2015 e che insieme a Bulgaria e Romania chiede una valutazione d'impatto dei costi della strategia al 2030 per ciascun Paese dell'Ue. (Ansa.it, 15 marzo 2015, Energia e Ambiente) • Oltre seicento anni dopo, nel 1991, i leader di Polonia, Ungheria e Cecoslovacchia sono tornati negli splendidi castelli dell’antica capitale magiara più o meno con lo stesso obiettivo: liberarsi di un vicino troppo ingombrante (stavolta la morente Unione Sovietica) e stabilire nuove relazioni con la Comunità Economica Europea. L’ingresso nella UE dei tre Paesi (nel frattempo diventati quattro con la divisione della Cecoslovacchia) fu più complesso del previsto ma, alla fine, tutti vi approdarono - benché con tempi e modi diversi - rendendo i tentativi di coordinamento tramite il Gruppo di Visegrád pressoché inutili. (Niccolò Carboni, Treccani.it, 26 luglio 2017, Magazine/Atlante) • La cabina di regia dell’azione politico-culturale di Orbán e Kaczynski è il cosiddetto gruppo di Visegrad, che include anche la Repubblica Ceca e la Slovacchia. Ma sono soprattutto Viktor & Jaroslaw a interpretare il ruolo di guastatori nell’Ue, impuntandosi sulla gestione dei flussi migratori e poi, a cascata, su molti altri dossier. Definirli antieuropei è fuorviante. I due si sentono, al contrario, turbo-europei e come tali si comportano: “Ventisette anni fa, qui in Europa centrale, pensavamo che l’Europa fosse il nostro futuro, ora sentiamo di essere noi il futuro dell’Europa”, ha detto il premier ungherese l’estate scorsa. (Guido De Franceschi, Foglio.it, 7 aprile 2018, Esteri).
Espressione composta dal s. m. gruppo, dalla prep. di e dal nome di luogo Visegrád.