guadagno
s. m. [der. di guadagnare]. – 1. Il fatto di guadagnare: cercare il g.; curarsi solo del g.; La gente nuova e i sùbiti g. (Dante); la turba al vil g. intesa (Petrarca); ant., dare, mettere a guadagno, a usura; ant., femmina da guadagno, meretrice. 2. In senso concr., ciò che si guadagna; utile, profitto, vantaggio che si trae da un lavoro, da una prestazione, da un’impresa, ecc.: g. lauti, grassi, ricchi; un g. misero, povero, magro, meschino; g. onesti, disonesti; il g. del venditore, del mediatore, dell’operaio, dell’impiegato; i g. di un professionista; i g. aumentano, diminuiscono; è più lo scapito del g., se questo è fittizio o se ne va in noie e perditempi; bestie da guadagno (contrapp. alle bestie da fatica), quelle che sono allevate perché diano un profitto con i loro prodotti, senza essere impiegate in un preciso lavoro. In frasi iron., vantaggio o profitto non materiale: ecco il g. che ho avuto a fidarmi di lui; ho fatto un bel g. a uscire con questo tempaccio. 3. In psicanalisi, g. primario e g. secondario, forme di liberazione dal conflitto e dall’angoscia che si ottengono, rispettivam., con la formazione del sintomo e con la sua utilizzazione nel rapporto intersoggettivo. 4. In elettronica, termine equivalente ad amplificazione (per traduz. dell’ingl. gain); in partic., g. di un’antenna in una determinata direzione, il rapporto tra la potenza che si dovrebbe applicare a un’antenna di determinate caratteristiche (antenna campione) e quella effettivamente applicata all’antenna in questione per avere, in un certo punto di quella direzione, la stessa intensità di campo. ◆ Dim. guadagnino, guadagnétto, guadagnerèllo; spreg. guadagnùccio; accr. guadagnóne (tutti poco com.).