guardo
s. m. [der. di guardare]. – Forma poet. per sguardo, per indicare sia l’atto di guardare sia soprattutto l’espressione degli occhi e gli occhi stessi: E ’l bel g. sereno Ove i raggi d’Amor sì caldi sono (Petrarca); Or tien pudica il g. in sé raccolto, Or lo rivolge cupido e vagante (T. Tasso); Pur nuova legge impone oggi i sepolcri Fuor de’ g. pietosi (Foscolo); Ne’ guardi, ne’ volti confuso ed incerto Si mesce e discorda lo spregio sofferto Col misero orgoglio d’un tempo che fu (Manzoni); anche, più genericam., vista: questa siepe, che da tanta parte Dell’ultimo orizzonte il g. esclude (Leopardi).