• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

high care

Neologismi (2008)
  • Condividi

high care


loc. agg.le inv. Dotato di assistenza e di apparecchiature in grado di assicurare cure sanitarie specializzate. ◆ «L’esperienza testimonia che il malato viene trattenuto in ospedale troppo a lungo e anche nel letto sbagliato. Oggi, ci sono almeno tre livelli di cure: l’intensiva, l’high care come la definiscono gli anglosassoni, cioè la degenza vera e propria, e la low care che equivale al periodo della convalescenza vigilata. Da noi, molto spesso il malato occupa più a lungo del necessario un letto destinato alla cura intensiva che raramente deve durare più di due, tre giorni. Quel letto costa, come gestione, sette, otto volte di più. […] Si deve rendere la degenza più intelligente» [Renzo Piano intervistato da Guido Vergani]. (Corriere della sera, 22 marzo 2001, p. 10, Cronache) • A distanza di poco più di un anno ora si parla di un nuovo progetto per Niguarda che prevede la demolizione di almeno 6 padiglioni e la creazione di due piastre da 350 posti letto l'una (una per «high care», l’altra per «low care») e perdita complessiva di circa 300 posti letto per acuti. (Stampa, 19 dicembre 2002, Milano, p. 2) • I nuovi modelli ospedalieri, già illustrati a suo tempo da Umberto Veronesi quando era ministro della Sanità, prevedono due tipi di assistenza. La prima è quella «high care» con tecnologie avanzate e degenze di pochi giorni ad alto grado di assistenza. La seconda, la «low care» appunto, avviene fuori dalle corsie mediche e chirurgiche ma deve garantire tutta l’assistenza necessaria al malato. (Laura Asnaghi, Repubblica, 20 aprile 2008, Milano, p. 12).

Espressione ingl. composta dall’agg. high (‘alto, grave, serio’) e dal s. care (‘cura’).

Già attestato nella Repubblica del 21 novembre 2000, p. 30, Cronaca (Roberto Fuccillo).

V. anche low care.

  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali