hospice
s. m. inv. Struttura socio-sanitaria residenziale di assistenza ai malati terminali che non possono essere curati dai propri familiari; v. casa-ospedale. ◆ Sorge a Brescia la prima “casa” italiana della “buona morte”. Una clinica privata, sull'esempio degli hospice inglesi; 26 letti convenzionati con la Regione Lombardia (“ma finora non abbiamo visto una lira”, sostiene il direttore sanitario, dottor Gianni Arosio. 66 anni). (Mario Tortello, Stampa Sera, 17 aprile 1989, p. 4, Interno) • [...] diritto a non desiderare l'eutanasia come unica scappatoia alla disperazione e al dolore; diritto di scegliere il luogo (la casa, l'ospedale, l'hospice) dove trascorrere le ultime fasi della propria vita; diritto ad essere sempre considerato un uomo e non solo un malato, anche negli ultimi giorni della propria vita. (Luca Villoresi, Repubblica, 8 febbraio 1997, p. 15, Salute) • Inoltre verranno finanziati quattro hospice residenziali in provincia di Bergamo e Brescia, ad Abbiategrasso e Monza, e saranno rinnovati gli arredi in altre 14 unità. (Provincia Pavese, 20 febbraio 2004, p. 17, Cronaca) • Anzi, proprio i mezzi che la medicina oggi offre per lenire le sofferenze del morente, devono essere per il medico un incentivo atto a rendere possibile – quando la morte è un evento atteso e purtroppo ineluttabile – un trapasso indolore e corale della persona morente nel sereno ambiente domestico, circondato dall’affetto dei suoi cari. Un passaggio più dignitoso e umano della morte solitaria e inaffettiva – sovente evitabile – dentro l’asettica camera di un ospedale o di un hospice. (Vittorio A. Sironi, Avvenire.it, 8 ottobre 2016, Opinioni) • La lucidità terminale è ben nota a chi lavora negli hospice e nelle cure palliative. [Pin van Lommen] (Claudio Gallo, Stampa.it, 26 marzo 2017, Scienza).
Dall’ingl. hospice (‘ricovero, ospizio’). Come parte di nomi di residenze statunitensi per malati terminali, hospice compare nell'articolo intitolato Le cliniche del buon trapasso, nella Stampa Sera del 9 febbraio 1980, p. 30.