igiene
igiène s. f. [dal gr. ὑγιεινή (sottint. τέχνη), femm. di ὑγιεινός «salubre, che giova alla salute», der. di ὑγιής «sano»]. – 1. Ramo della medicina che si occupa della salvaguardia dello stato di salute e del miglioramento delle condizioni fisiche e psichiche, mediante lo studio della frequenza e modalità di diffusione delle malattie (epidemiologia) e il suggerimento delle misure di protezione sanitaria dei singoli individui (i. individuale o i. privata) e delle popolazioni (i. pubblica), con riferimento, per quest’ultima, a tutte quelle condizioni ambientali (lavoro, urbanizzazione, inquinamenti, dissesto ecologico, trasporti) che possono alterare lo stato di salute. Ufficio d’i., ufficio sanitario che, prima dell’istituzione delle unità sanitarie locali, doveva essere costituito in tutti i comuni con popolazione superiore ai 20.000 abitanti. Con riferimento a particolari aspetti e obiettivi: i. materna, che studia le condizioni migliori di svolgimento della gravidanza e del parto, consigliando i mezzi per evitare gli eventuali fattori dannosi per la madre e per il feto; i. dell’infanzia, che riguarda spec. l’alimentazione, le vaccinazioni per la profilassi delle malattie infettive, soprattutto quelle virali, ecc.; i. mentale, che suggerisce le misure atte a mantenere o promuovere l’equilibrio psichico nelle varie età e nei varî ambienti (famiglia, scuola, comunità di lavoro, comunità ospedaliere, ecc.), attraverso consultorî e centri specializzati (chiamati appunto centri d’i. mentale); i. del lavoro, che considera le cause di malattia, di infortunio, di invalidità precoce o di diminuzione della capacità produttiva, indotte dall’esercizio di una professione o di un mestiere. 2. Il complesso delle norme igieniche, in quanto siano o no osservate e attuate, soprattutto con riferimento alla pulizia personale o degli ambienti: l’i. del corpo, della bocca, delle parti intime (o i. intima); l’i. della casa, dei collegi, delle caserme; rispettare, curare l’i.; trascurare le più elementari regole d’igiene.