imbarcare
v. tr. [der. di barca1 con la prep. in «dentro»] (io imbarco, tu imbarchi, ecc.). – 1. Far salire (o, più spesso, ricevere) su una barca o in genere a bordo di una qualsiasi nave persone che debbono essere trasportate a una data destinazione: i. i passeggeri. Di cose, caricarle a bordo: i. mercanzie, balle di cotone; anche per gli usi dell’imbarcazione stessa: i. viveri, carbone, zavorra, munizioni; con sign. partic., i. acqua, di barca o nave in cui penetri acqua per una falla o per il mare grosso (nel secondo caso, anche i. un colpo di mare, i. un’ondata). 2. rifl. Salire su una nave come passeggero o per prestarvi servizio come membro dell’equipaggio: imbarcarsi per l’America, per il Levante; imbarcarsi su un piroscafo mercantile, da passeggeri, da carico. In forma imperativa, imbarcarsi!, voce di comando rivolta alle persone che devono prendere posto in una imbarcazione di bordo. 3. a. estens. Far salire (e, nel rifl., salire) su un aeroplano: le hostess hanno invitato i passeggeri a imbarcarsi; o anche (spec. in frasi scherz.) su un qualsiasi veicolo di terra: imbarcò nel camioncino tutta la famiglia e la portò in campagna. b. fig. Mettere o accoglier dentro, e nel rifl. mettersi dentro; ma solo in frasi relative all’assunzione d’impegni lunghi, noiosi, rischiosi e sim.: mi sono imbarcato in un brutto affare; la sua indole, onesta insieme e violenta, l’aveva poi imbarcato per tempo in altre gare più serie (Manzoni). Con altro senso fig., poet.: Beato te, che ... Per morir meglio, esperienza imbarche (Dante), cioè ti provvedi d’esperienza. c. fig. scherz., ant. Imbarcarsi, essere imbarcato, innamorarsi, essere innamorato; anche nell’attivo, imbarcare, far innamorare. ◆ Part. pass. imbarcato, con valore verbale, salito o fatto salire o caricato a bordo: contare i passeggeri imbarcati; calare nella stiva le merci imbarcate; anche come agg., di persona che presta servizio su una nave: è imbarcato su un transatlantico come primo cameriere; è rimasto imbarcato poco più d’un anno.