imbrogliare
v. tr. [prob. dal fr. ant. broueillier; cfr. brogliare] (io imbròglio, ecc.). – 1. a. Avviluppare, confondere, intricare più cose fra loro, in modo da alterarne la regolare disposizione: i. i fili, le carte; anche di una cosa sola, spec. filo, fune, e sim.: i. una matassa. Fig., i. una faccenda, un affare, e sim., turbarne il regolare andamento, far sorgere impicci, ostacoli; con sign. sim., i. la matassa, i. le carte (che significa anche, più spesso, disorientare, creare confusione). Come intr. pron., imbrogliarsi, avvilupparsi, formare un intrico confuso: le corde si sono imbrogliate; fig.: l’affare si sta imbrogliando, si complica per il sopraggiungere di difficoltà; il tempo s’imbroglia, si guasta, soprattutto quando si vedono avanzare nubi che minacciano un temporale. b. Riferito a persona come compl. oggetto, confonderle le idee, o farle perdere il filo del ragionamento con interruzioni e sim.: tu m’imbrogli con tutti questi tuoi discorsi. Nell’intr. pron., confondersi, non riuscire a raccapezzarsi: m’imbroglio con tutti questi numeri; anche confondersi nel parlare, impappinarsi: imbrogliarsi nell’esposizione dei fatti; tentò di mentire ma s’imbrogliò subito; con senso sim., gli s’imbroglia la lingua, di chi non riesce a parlare spedito e avviluppa le parole (per un’emozione improvvisa, per ubriachezza, per timidezza, ecc.). Rifl., non com., intricarsi, avere a che fare con qualcuno: non mi voglio i. con certa gente! 2. Raggirare una persona, darle ad intendere cose non vere, ingannarla, soprattutto per trarre, con suo danno, un proprio vantaggio materiale: vive imbrogliando la gente; anche, fam., frodare, truffare: negoziante che imbroglia sul peso. 3. In marina, i. le vele, chiuderle rapidamente, per sottrarle parzialmente o completamente all’azione del vento, mediante la manovra di quei cavi che si chiamano appunto imbrogli. ◆ Part. pass. imbrogliato, anche come agg., confuso, arruffato: questione, faccenda imbrogliata; un affare imbrogliato, poco chiaro; discorso, periodo, costrutto imbrogliato, disordinato nella logica e nella collocazione delle parole.