imitazione
imitazióne s. f. [dal lat. imitatio -onis]. – 1. L’atto o il fatto di imitare, di operare cioè o di produrre ispirandosi a un modello che si cerca di uguagliare: i bambini hanno l’istinto dell’i.; l’i. della natura nell’arte; l’i. dei classici nell’Umanesimo; opera d’i.; virtù degna d’i.; è un esempio da proporre all’i. di tutti; fare, eseguire delle i., esibirsi in alcune i., negli spettacoli di varietà. Con accezioni o usi specifici: a. In psicologia, processo dinamico, tipicamente infantile, che si verifica soprattutto attraverso l’adozione di modelli, e dal quale dipende gran parte dell’apprendimento e dello sviluppo della personalità. b. In musica, la ripetizione, rigorosa o libera, da parte di una voce in contrappunto, a dati intervalli di tempo, di una frase già enunciata da altra voce: si può fare a qualunque intervallo di altezza, quindi anche all’unisono, ma più spesso all’ottava, alla quinta, alla quarta; è elemento essenziale, tra l’altro, dei varî tipi di canone. c. Nel linguaggio giur., i. servile, atto di concorrenza sleale, consistente nell’imitare i prodotti altrui in modo da creare confusione a danno dei prodotti stessi. 2. In senso concr., ogni prodotto, artigianale o industriale, o lavoro in genere, che imiti oggetti più pregiati prodotti dalla natura o dall’uomo, con particolare riferimento a pietre preziose artificiali, a tessuti che imitino la pelliccia, a materia plastica che riproduca l’aspetto della pelle: una bellissima i. della ceramica antica; un’i. del marmo ben riuscita. Anche, prodotto contraffatto e messo in commercio per una sleale concorrenza: è una volgare i.; diffidate delle imitazioni.