impedire
v. tr. [dal lat. impedire, der. di pes pedis «piede»; propr. «mettere ceppi, impacci ai piedi»] (io impedisco, tu impedisci, ecc.). – 1. Fare sì che un’azione non si compia, togliere la possibilità (opponendosi, anche con mezzi materiali) che una cosa avvenga: i. l’ingresso, l’uscita, il passaggio; Non impedir lo suo fatale andare (Dante); i. una prepotenza, un sopruso; i. la libera manifestazione della volontà. Letter., i. a qualcuno un luogo, tenerlo lontano da questo, sbarrargli il passo perché non vi possa giungere o entrare: Guerreggiante a impedir l’Elba ai nemici (Foscolo). Con di o che: i. di entrare, di uscire; la tempesta c’impedì di partire; un’improvvisa indisposizione gl’impedì di prendere parte alla cerimonia; i. che si compia un misfatto, un’ingiustizia. Con soggetto astratto (e con sign. simile a trattenere, vietare): la ragione m’impedisce di prestar fede alle sue parole; che cosa t’impedisce di farlo?; il buon senso m’impedì di rispondergli come si meritava. 2. Con sign. più particolari: a. Ingombrare, frapporsi come ostacolo: un grosso macigno impediva la strada; c’e un muro che impedisce la vista. b. Impacciare: essere impedito dal vestito, dalla gonna; anche usato assol.: mi scusi, ma non è capace che d’i. (Manzoni), di creare impaccio. c. Di infermità che renda inabile una parte del corpo: una apoplessia che gli torse la bocca e l’impedì quasi tutto da un lato (Caro). ◆ Part. pres. impediènte, usato, con valore verbale, in alcune locuz. del linguaggio giur. come causa impediente, impedimento impediente. ◆ Part. pass. impedito, anche come agg. (v. la voce).