imperativo
agg. e s. m. [dal lat. tardo imperativus, der. di imperare «comandare»]. – 1. agg. In genere, che contiene o esprime comando: frase i.; parlare, rivolgersi in tono i.; mandato i., in diritto costituzionale (v. mandato). In grammatica, modo i. (o assol. imperativo s. m.), uno dei modi della flessione verbale, che esprime comando o anche, secondo i casi, consiglio, invito, preghiera, supplica, ecc., che contiene cioè l’espressione di una volontà; in italiano ha un solo tempo, il presente, e due sole persone, la 2a sing. e la 2a plur. (scrivi, scrivete); per le altre persone, è supplito dalle forme del presente congiuntivo. 2. s. m. Nel linguaggio filosofico, proposizione che formula un comando o una norma d’azione, che l’uomo impone a sé stesso; nella filosofia kantiana: i. categorico, quello che contiene un comando incondizionato, assoluto, ossia ordina un’azione come fine a sé stessa (per es.: «sii giusto»), e costituisce il principio supremo della moralità; i. ipotetico, quello che esprime un comando condizionato, ossia ordina o consiglia un’azione come mezzo per conseguire un fine (per es.: «se vuoi conservarti in buona salute, sii sobrio»). ◆ Avv. imperativaménte, in modo autoritario, con tono imperativo: esprimere imperativamente una richiesta.