impermeabile
impermeàbile agg. e s. m. [dal lat. tardo impermeabĭlis]. – 1. agg. a. Non permeabile, di corpo che non lascia passare un liquido attraverso le sue porosità: materiali i.; carta i., carta per imballaggi e altri usi industriali, per lo più costituita da carta comune impregnata di bachelite, collodio, resine; tessuti i., quelli che, non lasciandosi attraversare dall’acqua, o da liquidi dannosi alla pelle (vescicatorî, acidi, ecc.), o da gas, servono rispettivam. per confezionare abiti contro la pioggia, indumenti protettivi per gli operai addetti a particolari lavorazioni, involucri di dirigibili e palloni aerostatici. In geologia, rocce i., rocce (per es., i graniti) che non si lasciano attraversare dall’acqua, o per assoluta mancanza di meati o perché i meati presenti sono di dimensioni troppo esigue per una effettiva circolazione dell’acqua. Nelle costruzioni edili: copertura i., manto, costituito generalmente da una malta di asfalto e bitume naturale, che si pone in opera sulla sommità dei fabbricati allo scopo di proteggerli da infiltrazioni di acqua; fondazioni i., le mura di fondazione dei fabbricati trattate con malta asfaltica, del tipo usato per le coperture, al fine di impedire all’umidità del terreno di risalire per capillarità fino ai piani superiori dell’edificio. b. In senso fig., per lo più scherz., inaccessibile a qualche cosa (riferito a persona): essere i. alla paura, alle raccomandazioni, a sentimenti gentili. 2. s. m. Tipo di soprabito o mantello, con cappuccio o senza, confezionato con tessuti opportunamente trattati o materiali sintetici, che non lasciano passare l’acqua, usato per ripararsi dalla pioggia.