impiccare
v. tr. [prob. der. di una radice onomatopeica *pikk «punta, uncino»; cfr. picco, picca, appiccare] (io impicco, tu impicchi, ecc.). – 1. a. Uccidere, o giustiziare, una persona sospendendola per la gola a un capestro: i. alla forca, a un albero; fu condannato a morte e impiccato; talora anche, pleonasticamente o più espressivamente, i. per la gola (perché anticam. il verbo ebbe sign. più generico, di appendere per dare la morte, onde si disse anche i. alla o nella croce, e c’era inoltre l’uso, in qualche luogo, di impiccare per i piedi): Se t’ha smentito, impiccal per la gola (Pulci); neanche a impiccarlo, neanche se l’impiccassero, di persona che a nessun costo s’indurrebbe a fare una cosa. Ormai disusato, mastro o maestro Impicca (pop. e scherz.), il boia. b. Nel rifl., impiccarsi, darsi la morte mediante impiccamento: s’è impiccato a una trave di casa; in imprecazioni o per manifestare antipatia, sdegno, noncuranza verso qualcuno: s’impicchi!, vada a impiccarsi! Fig., legarsi, impegnarsi con vincolo troppo gravoso, e sim. 2. estens. Appendere, sospendere, spec. se in luogo troppo alto: chi è che ha impiccato lassù quel prosciutto? ◆ Part. pass. impiccato, anche come agg. e sost.: lo trovarono impiccato a un albero; una fila d’impiccati; stare o sentirsi impiccato, stretto al collo da un colletto rigido, troppo stretto; ant., come s. m., ribaldo, uomo degno d’essere impiccato (cfr. forca).