impiego
impiègo s. m. [der. di impiegare] (pl. -ghi). – 1. a. Il fatto e il modo d’impiegare qualche cosa, di servirsene per un determinato scopo: fare buon i. del denaro, della ricchezza; i. utile del tempo; meno propriam., uso di cose più concrete: i. d’uno strumento; l’i. del linoleum nella pavimentazione d’un ambiente; molto com. invece con riferimento all’utilizzazione di persone, gruppi, organismi e sim. per operazioni, lavori, fini specifici: l’i. della mano d’opera avventizia nei lavori pubblici; l’i. straordinario delle forze militari per gli aiuti ai terremotati; l’i. dell’aviazione per rilevamenti topografici, ecc. b. Nel linguaggio econ., i. d’un capitale, lo stesso che investimento e, in senso più generale, applicazione di fattori produttivi a una data produzione. Nel linguaggio di banca, operazioni d’i., le operazioni mediante le quali le banche danno a credito ciò che si sono procurate con le operazioni di provvista; saggio d’i., il tasso d’interesse attivo, relativo alle operazioni con cui le banche prestano denaro (in contrapp. al saggio di raccolta o tasso passivo, relativo alle operazioni con cui si procurano fondi). 2. Occupazione, lavoro in genere; in partic., la prestazione volontaria, continuativa e retribuita della propria attività professionale, esclusa quella di semplice mano d’opera, alle dipendenze altrui: avere un i.; essere senza i.; chiedere, ottenere un i.; aspirare, concorrere a un i.; perdere, lasciare l’i.; promettere, dare, procurare un i.; i. privato, i. pubblico, a seconda che la prestazione professionale sia a favore di un datore di lavoro privato oppure dello stato o di altro ente pubblico; per il problema del pieno i. (che traduce l’ingl. full employment) o più esattamente della piena occupazione, v. occupazione. ◆ Spreg. impiegùccio, impiego misero sia per il genere di attività sia per la scarsezza del compenso.