impregnare
v. tr. [der. di pregno] (io imprégno, ... noi impregniamo, voi impregnate, e nel cong. impregniamo, impregniate). – 1. Del maschio dei mammiferi, rendere pregna la femmina, ingravidarla; riferito a donna, come compl. oggetto, è spreg. e volg.: io le voglio mille moggia di quel buon bene da i. (Boccaccio). Anticam. anche intr., rimanere gravida. 2. Imbevere un solido poroso di sostanze per lo più liquide o rese tali per fusione: i. il fazzoletto di essenze; i. d’acqua una spugna; i. una carta di paraffina; i. il legname con olî di catrame, per la conservazione; i. fibre di sali d’argento, oro, platino, per l’osservazione microscopica; come intr. pron., impregnarsi, imbeversi, intridersi, inzupparsi: i muri si sono impregnati di umidità. Con usi estens. e fig., nel linguaggio letter.: cipressi e cedri Di puri effluvii i zefiri impregnando ... (Foscolo); Sì ch’io sfoghi ’l duol che ’l cor m’impregna (Dante). ◆ Part. pass. impregnato, anche come agg., nel sign. proprio e in quello fig. di imbevuto: un batuffolo di cotone impregnato d’alcol; l’aria era impregnata di fumo; una società impregnata di pregiudizî. Con uso assol., in elettrotecnica, carta impregnata (o paraffinata), carta isolante usata per condensatori, ottenuta trattando con paraffina fusa carta di fibre di cotone preventivamente ben lavata ed essiccata.